Al momento in cui ci informiamo per effettuare un intervento di mastoplastica additiva o un intervento di mastopessi con protesi oppure nell’ipotesi in cui abbiamo già effettuato tali tipologie di intervento avremmo sentito parlare del rippling al seno.
Il rippling al seno è un fenomeno medico che consiste nella formazione di ondulatore, increspature e altri piccoli inestetismi a livello delle protesi mammarie impiantate.
Tali irregolarità si possono percepire alla palpazione oppure possono essere visibili.
Le cause del rippling si devono ricercare principalmente nel difetto di sufficiente tessuto adiposo o muscolare a livello di rivestimento delle protesi mammarie le quali pertanto mostreranno le loro tipiche caratteristiche attraverso la pelle del seno.
Il fenomeno del rippling al seno, conosciuto anche come wrinkling al seno, si può presentare nell’immediato post operatorio durante il decorso del processo fisiologico di guarigione oppure a distanza di vari mesi dall’intervento, costituendo solo in tale ultima ipotesi una problematica che può destare preoccupazione.
Il ripple al seno rappresenta un disagio anche psicologico per tutte quelle donne che presentano tale problematica dopo un intervento al seno.
Il fenomeno è in ogni caso scongiurabile dal bravo chirurgo plastico che prima dell’intervento come durante lo stesso sappia prendere tutta una serie di accorgimenti che possono rendere l’esperienza chirurgica estremamente positiva minimizzando i rischi operatori.
Indice
L’eventuale presenza di increspature o ondulazioni a livello del seno subito dopo aver effettuato un intervento di mastoplastica additiva o di mastopessi con protesi è fisiologico e rientra nel naturale processo del corpo di adattamento agli impianti introdotti. Nel periodo immediatamente successivo alla loro comparsa, pertanto, tali inestetismi scompariranno e potremo godere appieno del nuovo seno.
Diverso è il fenomeno del rippling al seno che si verifica invece a distanza di mesi o anni dall’intervento al momento in cui vi è troppo poco tessuto che riveste le protesi oppure nell’ipotesi in cui le protesi impiantate non aderiscono anche per una minima parte ai tessuti circostanti.
Gli impianti mammari, infatti, sono inseriti in una apposita tasca creata dal chirurgo plastico,, che deve essere proporzionata all’aumento di volume apportato.
Al momento in cui non è rispettata tale proporzione, come nell’ipotesi in cui il tessuto di tale tasca sia troppo sottile, si ha una mancanza di aderenza del rivestimento della protesi con i tessuti in cui si inserisce, causando la comparsa su una o su entrambe le mammelle di rughe più o meno estese.
Le cause di tali eventualità devono essere ricercate altrove e possono includere:
Affidarsi a un bravo chirurgo plastico che abbia esperienza permette di scongiurare l’eventualità di soffrire di rippling al seno a distanza di mesi o anni dall’intervento.
Durante le visite preoperatorie e durante l’operazione stessa il chirurgo plastico è in grado, infatti, di valutare e prendere in considerazione vari fattori che impediscono nel tempo la formazione di rughe, ondulazioni e increspature della pelle posta in corrispondenza delle protesi mammarie.
Per minimizzare il rischio di comparsa della problematica, insieme al chirurgo plastico è pertanto opportuno prendere in considerazione le seguenti misure:
Al momento della comparsa del fenomeno di rippling al seno è opportuno rivolgersi al chirurgo plastico che ha effettuato l’operazione affinché possa valutare la problematica e indicare i possibili trattamenti da effettuare. Nell’ipotesi in cui l’opinione del chirurgo plastico di riferimento non sia soddisfacente oppure nell’eventualità in cui si desideri un parere differente è consigliato rivolgersi ad un ulteriore chirurgo plastico di esperienza che sappia ascoltare attentamente le esigenze e i disagi personali e sia disponibile per un nuovo consulto.
I rimedi principali per il fenomeno del rippling al seno sono una revisione dell’impianto protesico nonché l’innesto di grasso autologo:
Al momento in cui si effettua una operazione estetica al seno, il risultato definitivo non è immediato ma necessita di un lasso di tempo che varia da persona a persona anche in base alla tecnica operatoria utilizzata.
Se nell’immediato postoperatorio il polo superiore e il polo inferiore del seno si presentano di dimensioni pressoché identiche e il seno stesso è di un apparente gonfiore, già dopo 3-6 mesi Il gonfiore dovrebbe diminuire e il seno dovrebbe cominciare ad assumere un aspetto naturale.
È trascorsi i 6-12 mesi che la donna può apprezzare il risultato definitivo, con un polo inferiore del seno naturalmente di dimensioni maggiori rispetto al polo superiore e un gonfiore che è ormai pressoché scomparso.
Trascorso questo periodo di tempo i tessuti continuano ad adattarsi alla nuova conformazione delle mammelle, ma si può godere a pieno della bellezza del proprio nuovo seno.
Un’altra complicazione che può manifestarsi a seguito di un intervento di mastoplastica additiva o di mastopessi con protesi è la contrattura capsulare.
La contrattura capsulare è un indurimento eccessivo della capsula periprotesica che causa forti disagi non solo estetici e deformità del seno.
Vi possono essere vari sintomi, da più lievi a più gravi, che possono indicarci l’eventualità di soffrire di contrattura capsulare:
Nell’ipotesi in cui si sospetta di soffrire di contrattura capsulare è necessario rivolgersi subito al chirurgo plastico che ha effettuato l’intervento oppure ad un altro specialista che possa diagnosticare tempestivamente la patologia.
Il fenomeno del ripple al seno può comparire per una serie concomitante di fattori così il mutamento della situazione può far attenuare sensibilmente la problematica fino in taluni casi a farla scomparire.
Con il tempo infatti il gonfiore, l’ecchimosi e le infiammazioni dei tessuti iniziali tenderanno a scomparire e con esse la problematica che potrà rendersi non visibile ad occhio nudo.
Con il processo di guarigione che può durare oltre un anno inoltre i tessuti della capsula periprotesica hanno la possibilità di adeguarsi ed adattarsi nel migliore dei modi alle protesi permettendo di risolvere il problema.
Quando si esegue un’operazione estetica di ricostruzione del seno con protesi dopo aver subito una mastectomia vi sono più probabilità di soffrire di rippling.
Un ruolo cruciale per la comparsa della problematica, infatti, è l’assenza di una quantità di tessuto sufficiente che ricopre le protesi mammarie.
Con l’intervento di mastectomia sono rimosse le ghiandole mammarie e con esse una quantità di tessuto tale da rendere più probabile la comparsa di ondeggiature e increspature sulle protesi.
In ipotesi di mastectomia sarà compito del chirurgo plastico individuare il tipo di protesi adatta al nostro caso e la tecnica operatoria più idonea da utilizzare per eseguire la mastoplastica additiva o la mastopessi e con protesi minimizzando i rischi di comparsa della problematica.
La tecnica dual plane riduce la possibilità di comparsa di rippling al seno.
Con tale tecnica infatti la protesi viene inserita per una parte sotto il tessuto ghiandolare e per l’altra parte sotto il muscolo pettorale maggiore.
Il posizionamento della protesi sotto il muscolo aumenta la quantità di tessuto a copertura dei medesimi impianti protesici i quali difficilmente mostreranno alla palpazione e alla vista le increspature delle ondulazioni tipiche del ripping.
La tecnica dual plane inoltre fornisce una transizione molto graduale tra il polo superiore e il polo inferiore del seno creando un piacevole aspetto naturale del seno che aiuta a nascondere le irregolarità talvolta conferite dalle protesi in caso di rippling.
Anche in caso di utilizzo della tecnica dual plane, tuttavia, possono comparire i problemi del rippling in quanto quest’ultimo, come abbiamo visto, può essere causato da molteplici fattori anche concomitanti tra loro.
La Dott.ssa Serena Ghezzi riceve agli ambulatori di Firenze e Prato dove alla visita di consulto valuterà attentamente il seno, indicando il percorso migliore da intraprendere per un intervento di mastoplastica additiva o di mastopessi con protesi minimizzando i rischi di comparsa di rippling al seno.
Permettendo al paziente di riscoprire l’armonia delle proprie forme e riacquisire la fiducia in se stesso.
La Dott.ssa Serena Ghezzi è medico chirurgo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, in possesso di abilitazione medica in qualità di Esperta in Laserterapia e Laserchirurgia e con grande esperienza accademica, ospedaliera e professionale in ambito nazionale ed internazionale.
A Firenze e Prato la Dott.ssa Serena Ghezzi è un punto di riferimento nell’ambito della medicina estetica e della chirurgia plastica impiegando le tecniche ambulatoriali e operatorie all’avanguardia per valorizzare la bellezza della persona e soddisfare i desideri del paziente.